giovedì 29 settembre 2011

La Repubblica Bologna 28 settembre 2011

Certo che oramai i giornalisti sono ridotti all'osso... neanche il tempo per 5 minuti su internet o al telefono con l'azienda per cercare informazioni per l'articolo in uscita.
Oltre a definire il Vigna del Grotto (ricordo Pignoletto Classico, dunque fermo) un frizzantino fanno pure ironia sul prezzo senza neanche pensare cosa ci può essere dietro...



giovedì 22 settembre 2011

Editoriale del Gambero Rosso per l'Emilia Romagna

A quanto pare al Gambero sono stati di parola, riscattando i Colli Bolognesi nell'editoriale dell'Emilia Romagna. Eccolo:






"L’Emilia-Romagna ha fatto della diversità dei suoi territori un valore, ribaltando una situazione che fino a ieri era vissuta come un limite. Merito delle varie zone produttive che hanno investito sulle espressioni più classiche e radicate dei loro territori esprimendo negli anni delle identità sempre più leggibili. Mancava all’appello un ultimo territorio, i colli bolognesi, e con questa edizione della guida il vuoto viene colmato. Tre bicchieri ad un pignoletto, finalmente. Il merito va ad un giovane produttore, Federico Orsi, che ha creduto nella sua terra ed ha rischiato con un progetto innovativo, uno staff giovane e molto ottimismo. Manca un altro passaggio all’Emilia-Romagna perché si possa parlare di successo a tutti gli effetti ed è il pieno coinvolgimento delle realtà cooperative nelle produzioni di qualità. 

La buona notizia è che in questo senso qualcosa si sta muovendo e infatti sono ben quattro le cantine cooperative che debuttano in guida con la scheda grande: Cantine Riunite, Cantina di Santa Croce, Cantina di Sorbara, Cevico. Il merito di queste realtà è avere lavorato sulla qualità cercando di dare una risposta  prima di tutto ai soci. Senza il loro coinvolgimento non può esserci successo per una regione che ha nella cooperazione una spina dorsale fondamentale. Le cantine sociali, in un momento critico dell’agricoltura, devono ritrovare il ruolo di guida che hanno avuto in passato e dare delle risposte  agli agricoltori con una visione che guarda in prospettiva. 

Venendo al racconto dei diversi territori segnaliamo alcune importanti novità.  Sui colli piacentini la notizia arriva dal successo della malvasia, un vitigno che è arrivato in finale con ben tre vini conquistando un tre bicchieri con il passito Vigna del Volta ’08 de La Stoppa. È il vitigno sul quale in questi anni si è lavorato tanto con progetti che spaziano dalla macerazione sulle bucce (Ageno de La Stoppa, Dinavolo di Denavolo) a vini dolci molto eleganti (Le Rane di Luretta).  Storico risultato per il lambrusco che con 3 tre bicchieri ottiene una visibilità senza precedenti. Il protagonista di questa stagione è sicuramente il sorbara, tagliente ed elegante, il più difficile e straordinario tra tutti i lambruschi. Sui colli bolognesi arrivano i tre bicchieri al pignoletto, un risultato che rilancia un vitigno e legittima le ambizioni di tutti i produttori. L’altro piccolo successo è quello di una barbera in finale: sono probabilmente i due vitigni che possono trascinare questa zona lontano. 

In Romagna, nonostante una annata 2008 difficile per le riserve, ci sono 8 tre bicchieri al sangiovese (9 se si considera il Valturio che viene prodotto nel Montefeltro, un territorio per metà marchigiano attraversato da un confine molto discusso). È il successo di uno stile austero e tradizionale molto tipico nelle note varietali più pure che sta trovando in questi anni degli interpreti sensibili e rigorosi. Per finire un tre bicchieri all’albana passita ‘08 di Leone Conti, il pioniere di questo vitigno, un produttore che ci ha creduto quando non ci credeva nessuno. Questo è un premio al suo vino, ma anche il riconoscimento di un lavoro prezioso.

Questi i vini che hanno ottenuto i Tre Bicchieri del Gambero Rosso per il 2012:
  • Albana di Romagna Passito Nontiscordardime 2007 - Leone Conti
  • Colli della Romagna Centrale Sangiovese Pertinello 2008 - Tenuta Pertinello
  • Colli Bolognesi Pignoletto Classico Vigna del Grotto 2009 - Orsi
  • Lambrusco di Sorbara Leclisse 2010 - Paltrinieri
  • Lambrusco di Sorbara Vecchia Modena Premium 2010 - Cleto Chiarli
  • Reggiano Concerto 2010 - Ermete Medici
  • Sangiovese di Romagna Sup. Primo Segno 2009 - Villa Venti
  • Sangiovese di Romagna Redinoce Ris. 2008 - Balia di Zola
  • Sangiovese di Romagna Sup. Pietramora Ris. 2008 - Fattoria Zerbina
  • Sangiovese di Romagna Sup. Pruno Ris. 2008 - Drei Donà
  • Sangiovese di Romagna Sup. Il Moro Ris. 2008 - Villa Trentola
  • Sangiovese di Romagna Sup. Petrignone Ris. 2008 - Tre Monti
  • Sangiovese di Romagna Vigna del Generale Ris. 2008 - Casetto dei Mandorli
  • Vigna del Volta 2008 - La Stoppa
  • Sangiovese di Romagna Sup. Avi Ris. 2008 - San Patrignano"

    martedì 20 settembre 2011

    Il Gambero Rosso ci ripensa e un anno dopo "riscatta" i Colli Bolognesi

    Questo sarebbe stato il titolo che avrei preferito. Comunque credo che Lorenzo Frassoldati abbia reso abbastanza l'idea della nostra sorpresa per un premio quantomai inatteso.



    Dopo le polemiche delle ultime due edizioni dove la Guida si è "accanita", in maniera unica rispetto al taglio editoriale nazionale, contro una sola piccola zona, i Colli Bolognesi, avevamo deciso di non partecipare più all'invio volontario dei campioni come forma di protesta. Salvo qualche eccezione i produttori dei Colli hanno aderito in blocco tanto che la redazione del Gambero si è sentita costretta a dover acquistare i campioni.

    Spero che tale premio aiuti a ridare lustro alla nostra zona e possa ricadere anche su tutti i colleghi che da ben più anni fanno il mio medesimo lavoro con altrettanta passione. E' stata mia cura avvertirli prima che lo imparassero dai giornali con una lettera ribadendo la mia estraneità al reperimento dei campioni da parte della casa editrice. Spero un giorno di poter contare quanti Pignoletti dei Colli Bolognesi abbiano vinto in un anno l'ambito premio.

    Il curatore Giorgio Melandri, al momento della comunicazione della vincita, mi ha garantito che al di là del premio alla San Vito nell'editoriale regionale c'era un riscatto netto della nostra zona. Spero sia stato di parola.

    Tornando invece alla prestazione aziendale, da quanto riferito dal curatore regionale, la redazione del Gambero avrebbe acquistato campioni per:

    Classico Pignoletto Vigna del Grotto 2009 (primo tre bicchieri per un Pignoletto)

    Barbera Pro.vino 2009 (pare sia andato in finale per i tre bicchieri)

    Pignoletto Superiore Monte Rodano 2009 (non ha risultati al riguardo)


    martedì 13 settembre 2011

    Eros Buratti, custode dei formaggi di alta quota


    Oramai a pochi giorni da Cheese 2011, dove saremo presenti con il nostro Pignoletto Frizzante Sui Lieviti in abbinamento al Sigaro Toscano, vi riporto un bel post sul nostro cliente Eros Buratti, anche lui presente a Bra, uscito nei giorni scorsi su Cronache di Gusto:


    Pasta candida e morbida, sapore pieno di burro fresco e aroma di rare erbe spontanee delle Alpi: è la carta d’identità dei formaggi d’alpeggio degli ultimi pascoli d’Italia, tra i grandi laghi della Val d’Ossola, a ridosso delle Alpi svizzere.
    L’azienda “La Casera” di Verbania con annessa cantina di stagionatura è conosciuta come un baluardo nella salvaguardia dei formaggi d’alpeggio, pur proponendo una vastissima selezione di pregiati formaggi nazionali ed internazionali .“La passione per il lavoro di affinatore – racconta il titolare Eros Buratti (nella foto in alto con un bleu al vin santo) – mi è stata trasmessa da mio padre. Da lui ho imparato che dietro ad un formaggio di alpeggio c’è una storia fatta di famiglie, mani, animali e tanta fatica e devozione”.
    Le perle casearie del Lago Maggiore sono formaggi antichi e dai nomi legati alle tradizioni e alle zone di produzione territoriali: Bettelmat, Grasso d’Alpe Monscera, Toma della Val Formazza e Toma dell’Alpe Veglia.

    Selezione di formaggi de La Casera
    “Il Bettelmatt – spiega Eros – è un formaggio della tradizione recuperato, prodotto solo in sette alpeggi della Valle Antigorio-Formazza, nella zona più a nord dell’Ossola, ad un’altitudine che varia dai mille e 800 ai duemila e 400 metri. Il primo a comprendere il valore di questo formaggio è stato Edoardo Raspelli durante uno dei suoi viaggi alla scoperta del nostro territorio. Da allora produttori ed allevatori sono stati sensibilizzati per la sua tutela e grazie al sostegno della Regione Piemonte e alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità si è riusciti a salvarlo dall’estinzione”. Il nome sembra derivare dall’uso che se ne faceva durante la colonizzazione walser, nel XIII secolo, come merce di scambio o per il pagamento dei canoni d’affitto degli alpeggi da cui l’unione dei termini “battel” ossia questua e “matt” che significa pascolo. La pasta compatta di color oro sprigiona aromi di essenze alpine, aromatiche e balsamiche, tra cui spicca quella caratteristica del territorio dell’erba mottolina, e una grande intensità di gusto.

    Eros Buratti con due diverse stagionature di bettelmatt
    “La qualità delle tome di alpeggio – continua Eros - si deve anche alla lavorazione del latte vaccino da vacche di razza bruna intero e crudo, che a sua volta prevede molte attenzioni da parte dei malgari. A settembre ritiriamo i formaggi dalle montagne ossolane e, dopo averli selezionati, iniziamo la stagionatura in cantina su assi di legno di abete. I primi tre mesi di affinamento – riprende Eros – sono quelli più importanti, in cui bisogna curare le forme per evitare infiltrazioni. Poi la stagionatura può prolungarsi anche fino a tre anni, ma già da un anno in poi è possibile degustare i formaggi di alpeggio in verticali con stagionature di diverse annate”.

    Una forma di Alpe Monscera
    I sapori floreali e la consistenza molle e burrosa lasciano infatti spazio, già dopo dodici mesi, ad una pasta corposa e ad un perfetto equilibrio di fragranze e complessità di note aromatiche. In attesa di gustare la prossima selezione di formaggi d’alpeggio chiediamo ad Eros con quale novità stupirà il pubblico internazionale dell’imminente evento braidese, Cheese, manifestazione cui prende parte sin dalla prima edizione. “Grazie alla collaborazione di Giorgio Rivetti dell’azienda “La Spinetta” abbiamo perfezionato un bleu affinato al vin santo. Il formaggio è un prodotto del basso novarese stagionato per ottanta giorni e, dopo essere affinato in bidoni di acciaio da duecento litri con vin santo, lasciato asciugare per una settimana prima di essere consumato”. Da segnalare agli estimatori anche le robiole di capra stagionate in foglie di cavolo, in vinacce di barolo o al miele, l’holzhofer svizzero a latte crudo e il burro di pura panna fresca pastorizzata.
    Daniela Corso

    La Casera
    Piazza Ranzoni, 19
    Verbania
    Tel: 0323 581123
    Email: eros@formaggidieros.it

    venerdì 9 settembre 2011

    Post di Fiorenzo Sartore (La Botte Piena di Genova e blogger di Intravino)


    Da : diario enotecario


    Entusiasmo da bollicina



    Credo di aver detto un milione di volte che amo le effervescenze, cioè le bollicine di CO2 disciolte in vari modi nel vino: dalla charmatizzazione veloce di alcuni Prosecco, fino alla lenta presa di spuma dei metodo classico, passando per le declinazioni possibili di Lambrusco. Forse bere l'effervescenza aumenta il sereno distacco dalle cose, non saprei dire meglio, ed è questa l'essenza del disimpegno, un termine che si associa volentieri a questi vini. Il disimpegno non vuol dire "non pensare" (non stabilmente perlomeno), se non altro perché il nostro tempo è un pensare costante; quindi il disimpegno inteso come "non-pensiero" è tutto sommato breve, dura il momento di qualche sorso. Be', insomma, c'è bisogno di quel "non-pensiero". Ecco, forse, cosa mi piace delle bollicine.

    Tuttavia l'enofilo che è in me esce fuori a tratti, e mi ricorda che c'è disimpegno e disimpegno: quindi coltivo qualche attenzione ad evitare la banalità. Si può essere effervescenti, disimpegnati e non banali? Be', sì. Tutta questa premessa serve a dire che con la vendemmia 2010 il Pignoletto frizzante di San Vito s'è superato. Entusiasmo.
    E quindi lo tengo in degustazione gratuita, a bottega, in questi giorni e per tutta la settimana prossima. Del resto, fa ancora caldo, no?
    // posted by Fiorenzo @ 6:28 PM

    giovedì, settembre 08, 2011